Vai al contenuto

Proliferano i newsbot, i giornali generati dall’AI

Cosa sono i newsbot? E perché possono rappresentare un potenziale pericolo per l’informazione? Secondo NewsGuard, il tool online di NewsGuard Technologies che permette di riconoscere le fake news, gli strumenti basati sull’Intelligenza artificiale ora vengono utilizzati anche per riempire le cosiddette ‘content farm’, ovvero i siti web di bassa qualità diffusi in tutto il mondo che sfornano grandi quantità di articoli clickbait per massimizzare le proprie entrate pubblicitarie. Nel mese di aprile di quest’anno NewsGuard ha identificato 49 siti ‘sospetti’ in sette lingue, ceco, cinese, francese, inglese, portoghese, tagalog e thailandese. In apparenza questi siti avevano l’aspetto dei tipici siti di notizie, ma sembrerebbero invece essere stati interamente, o in gran parte, generati da modelli di linguaggio basati sull’Intelligenza artificiale, e quindi progettati per imitare la comunicazione umana. Si tratta appunto dei newsbot.

Articoli scritti male e che a volte promuovono false notizie

Questi siti spesso non identificano i proprietari, e producono un grande numero di contenuti su diversi argomenti, tra cui politica, salute, intrattenimento, finanza e tecnologia.
Alcuni di questi newsbot pubblicano centinaia di articoli al giorno, che a volte promuovono anche narrazioni false. Inoltre, quasi tutti i contenuti sono scritti utilizzando un linguaggio banale e frasi ripetitive, segni distintivi dei testi prodotti dall’Intelligenza artificiale.

L’Intelligenza artificiale riempie di pubblicità le testate giornalistiche 

Molti di questi siti, poi, sono pieni di pubblicità, poiché probabilmente sono stati progettati per generare entrate dagli annunci programmatici posizionati attraverso algoritmi. Esattamente ciò per cui era stata concepita la prima generazione di content farm su internet, gestite da esseri umani.
Proprio mentre negli ultimi mesi sono stati presentati e resi disponibili al pubblico diversi strumenti, sempre più potenti, basati sull’Intelligenza artificiale, il timore che tali strumenti possano essere utilizzati per dare vita a testate giornalistiche ora è diventato realtà.

Ai sotto inchiesta, e sotto i riflettori finiscono anche i chatbot

Pertanto, il governo del Regno Unito ha deciso di avviare un’indagine sull’AI e sul suo impatto su consumatori, business ed economia. Sotto i riflettori, riporta Adnkronos, anche l’Intelligenza artificiale generativa, alla base del chatbot ChatGPT, sviluppato da OpenAI e sostenuto da Microsoft.
Il governo fa sapere che seguirà cinque principi nella verifica dell’applicazione dell’AI e nello stabilire regole e leggi per l’uso dell’Intelligenza artificiale: sicurezza, trasparenza, equità, responsabilità e gestibilità.
“È cruciale che i potenziali benefici di questa tecnologia trasformativa siano equamente accessibili alle attività commerciali del Regno Unito e ai consumatori – commenta Sarah Cardell, direttrice della Competition and Markets Authority -, e che allo stesso tempo le persone siano protette da fenomeni come disinformazione e fake news”.