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I medici italiani sono esausti: lavorare nel Ssn è sempre più faticoso

Turni di lavoro lunghissimi, carenza di personale, scarsa sicurezza negli ospedali, compensi troppo bassi: per oltre 8 medici italiani su 10 lavorare nel Servizio sanitario nazionale è sempre più difficile, e l’89% di loro ritiene di non essere pagato abbastanza. Inoltre, per il 57% dei medici il carico di lavoro negli ospedali è aumentato, ma solo nel 27% dei casi è stato assunto nuovo personale. Tanto che se nel 2020 l’ostacolo principale per i camici bianchi era la burocrazia nel 2022 è la mancanza di personale (35%). Lo scenario è quello di un’insoddisfazione per la propria situazione economica. Per quanto apprezzino ancora il loro lavoro, solo il 60% dei medici sceglierebbe nuovamente questa professione.
È quanto emerge dall’indagine Univadis Medscape Italia, il portale di informazione per i professionisti della salute.

In ambulatorio si guadagna di più

“I medici italiani guadagnano in media 60.000 euro l’anno, ma esiste una grande differenza tra gli ospedalieri e chi opera soprattutto in ambulatorio, inclusi i medici di medicina generale – spiega Daniela Ovadia, direttrice di Univadis Medscape Italia e autrice del report -. Se per i primi si arriva in media a 56.000 euro l’anno, chi riceve pazienti in ambulatorio ne guadagna fino a 79.000, ben 23.000 euro in più. Le donne poi sono una categoria che viene ulteriormente penalizzata: in media guadagnano circa 20.000 euro all’anno in meno dei colleghi uomini, con l’aggravante di pagare spesso anche il conto più salato in termini di equilibrio tra vita privata e professionale”.

I giovani scelgono di lavorare all’estero

“La pandemia da Covid-19 ha portato a vari cambiamenti negli orari e nei salari, ma non è più la principale fonte di problemi all’interno degli ospedali. Le cause sono più strutturali e organizzative: c’è carenza di personale, bassa sicurezza per i medici, aumento delle aggressioni, diminuzione dei benefici, mentre gli stipendi restano sempre uguali. La conseguenza è che sempre più medici, soprattutto i più giovani, sono spinti ad andare a lavorare all’estero – aggiunge Ovadia -. Oppure, per ovviare alle difficoltà, si guarda alla sanità privata, un settore che attira sempre maggiore attenzione (32%)”.

La relazione con i pazienti è ancora motivo di gratificazione

A compensare almeno in parte il sentiment negativo rimane l’importanza della relazione con i pazienti, che per il 31% del campione resta uno degli aspetti più gratificanti del proprio lavoro. Altri motivi di soddisfazione personale sono la consapevolezza della propria bravura (26%), l’aver contribuito a rendere il mondo un posto migliore (12%) e l’orgoglio di essere medico (9%).
Rispetto all’indagine del 2020, riporta Adnkronos, un altro aspetto degno di nota è quello relativo alla telemedicina. Se nel report precedente si registrava scetticismo rispetto all’utilizzo dei nuovi strumenti digitali ora è in netta crescita chi utilizza strumenti di telemedicina (36%) e ne è soddisfatto (71%). E il 20% prevede di estendere la telemedicina alla teleconsultazione.