Vai al contenuto

Articoli dei nostri collaboratori

Mutui impossibili, affitti insostenibili: è emergenza casa

Redditi inadeguati e continua erosione del risparmio rischiano di rendere mutui e affitti insostenibili per molte famiglie italiane. Occorre quindi immaginare un abitare più evoluto e plurale, attento a bisogni, desideri e possibilità reali delle famiglie, meno standardizzato e incapace di dare una risposta alle esigenze abitative.  Sono alcune evidenze emerse da Sguardi familiari sull’Abitare 2023, l’analisi presentata da Nomisma all’interno del 16° Rapporto sulla Finanza per l’Abitare.
L’indagine di Nomisma analizza due tipologie di nuclei familiari per i quali la casa è una priorità assoluta: le famiglie-mono, persone sole con meno di 45 anni oppure di età compresa tra 45-69 anni, 70 anni o più, o genitori soli con figli, e le famiglie-pluri, ovvero con figli minori, con persone non autosufficienti, e nuclei numerosi.

I fattori di fragilità delle famiglie

Nel 2023 quasi la metà dei nuclei dichiara che le proprie disponibilità economiche sono appena sufficienti a far fronte alle spese primarie. In questo scenario, l’acquisto della casa è diventato un miraggio per una crescente porzione di italiani. Tra le famiglie numerose, una su 5 non ha i requisiti per l’accesso al credito, valore quasi triplo rispetto al 7,5% della media del campione. Percentuali più alte rispetto alla media si registrano anche per le famiglie con figli minori (13,1%) e persone sole under45 (10,7%).  Questo spiega la flessione della propensione all’acquisto di abitazioni, che coinvolge il 12% delle famiglie rispetto al 13,3% nel 2022. Inoltre, l’indagine evidenzia anche la minore propensione a ricorrere a un mutuo, passata dall’83% nel 2022 al 78% nel 2023.

L’alternativa dell’affitto è sempre più onerosa 

Poiché il sistema Paese non è riuscito a programmare un’offerta adeguata per far fronte a una maggiore e più attenta richiesta abitativa, specialmente in termini di social housing, molte famiglie restano intrappolate nell’affitto e condizionate dall’aumento dei canoni di locazione. Che, specie nelle grandi città, hanno raggiunto livelli non facilmente sostenibili rispetto alla capacità reddituale delle famiglie. La quota di famiglie che prevedono nei prossimi 12 mesi di incontrare difficoltà nel pagamento del canone di locazione si è ampliata dal 31,4% al 34,8%.

Proprietari meno propensi alla locazione tradizionale

Proprio i maggiori rischi di insolvenza e le logiche di mercato, condizionate anche dal fenomeno degli affitti brevi, stanno inducendo sempre più proprietari a una minore propensione verso la locazione tradizionale. Nell’ultimo anno la quota di chi prevede di dare in locazione le proprie abitazioni con affitti a medio termine è passata dal 17,7% al 10,5%, allineandosi alla componente rivolta agli affitti brevi (10,2%). L’indagine conferma quindi due diverse componenti: in 1 caso su 3 l’affitto è una scelta motivata da esigenze familiari e lavorative, mentre la maggioranza delle famiglie considera l’affitto una soluzione temporanea o obbligata, perché al momento non sussistono le condizioni economiche per un acquisto. Per quanto riguarda le intenzioni ad affittare un’abitazione, sono principalmente le persone sole sotto i 45 anni quelle caratterizzate da elevato interesse, affiancate dalle famiglie ‘sandwich’ e da quelle numerose.

Come salire sul tetto condominiale in sicurezza?

Spesso, nel corso dell’anno, può capitare si presenti la necessità di salire sul tetto del condominio per verificare la presenza di eventuali problematiche (infiltrazioni al piano di sotto, canne fumarie che non funzionano bene, comignoli ostruiti) oppure per antenne tv che vanno sostituite o riparate, ad esempio.

Si tratta di normali pratiche di manutenzione che vanno necessariamente apportate per mantenere un comfort adeguato nei singoli appartamenti, consentendo così a tutti di poter vivere in un ambiente perfettamente sano ed accogliente.

L’importanza della sicurezza

Uno degli aspetti prioritari, a prescindere dal tipo di lavoro che ci si appresta a fare, è quello di curare la sicurezza delle persone che fisicamente si apprestano a salire sul tetto.

È la legge stessa infatti a prevedere che debbano essere rispettati determinati standard di sicurezza quando si lavora ad una quota superiore ai 2 metri, e questo include chiaramente i lavori sul tetto a prescindere che questo sia condominiale o relativo ad una singola unità abitativa.

Inoltre, il condominio stesso è responsabile civilmente e penalmente per ciò che può accadere agli operai nel momento in cui raggiungono il tetto ed effettuano il lavoro per il quale sono stati contattati, dunque diventa ancora più importante comprendere quanto sia importante il concetto di sicurezza sul lavoro.

Nell’ottica di ridurre drasticamente il numero di incidenti e vittime in cantiere infatti, il Lgs. 81/2008 (noto anche come “Testo Unico Sicurezza sul Lavoro“), prevede tutta una serie di precauzioni ed azioni necessarie per consentire a tutti di poter lavorare in sicurezza anche ad alta quota.

Le condizioni necessarie per poter lavorare in sicurezza

Ecco di seguito le più importanti condizioni da rispettare affinchè la sicurezza delle persone che lavorano ad alta quota possa essere adeguatamente tutelata.

  • Facilità di accesso al tetto
  • Resistenza alle sollecitazioni e ai carichi da parte della struttura
  • Presenza di una linea vita sul tetto
  • Presenza di una adeguata segnaletica di sicurezza
  • Utilizzo dei dispositivi di protezione individuale

Adoperare tale tipo di soluzioni significa aver aumentato notevolmente il livello di sicurezza per quanti lavorano ad alta quota, ed al tempo stesso aver diminuito in maniera drastica le probabilità che un incidente possa verificarsi.

I dispositivi di protezione individuale

Come accennato, i dispositivi di protezione individuale rappresentano una delle più importanti risorse per garantire ai lavoratori la possibilità di lavorare in alta quota senza dover temere per la propria incolumità.

Parliamo per questo di dispositivi quali i caschi da lavoro, realizzati con materiali che consentono di assorbire ogni urto e dunque di attutire l’urto con ogni tipo di superficie o oggetto che cada dall’alto.

Ci sono poi le imbracature, le quali hanno l’importante compito di assicurare gli operai che lavorano ad alta quota, facendo in modo da rendere impossibile una eventuale caduta nel vuoto.

Tali imbracature vengono collegate ad un punto fisso, solitamente le linee vita che sono ben ancorate al tetto.

Esistono poi altri dispositivi di protezione individuale come gli assorbitori, i quali hanno il compito di “distribuire” le forze che entrano in gioco durante la fase di arresto della corsa, evitando che esse possano essere interamente assorbite dal corpo del lavoratore.

In questa maniera l’arresto di una caduta sarà ancora più “dolce” e dunque innocuo per la salute di un lavoratore.

In breve

Appare evidente la necessità di rendere assolutamente sicuro ogni tipo di intervento sul tetto del condominio, siano essi lavori impegnativi o meno, mettendo sempre la sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori al primo posto.

I dispositivi di protezione individuale sono gli strumenti individuati dalla legge per raggiungere il livello di sicurezza necessario, e grazie a tale misura il numero degli incidenti in cantiere è drasticamente diminuito.

Cosa è la terapia manuale

In ortopedia per terapia manuale si intende la manipolazione del corpo del cliente a fini curativi, come ad esempio esercizi terapeutici e mobilitazioni che hanno lo scopo di risolvere i problemi accusati dal paziente ed emersi dalla precedente valutazione effettuata dal terapista.

Grazie alla terapia manuale è possibile dunque andare a localizzare il punto esatto in cui il paziente avverte dolore o fastidio e lavorarci su al fine di mitigare tale sintomatologia e risolverla.

Per ricevere tale tipo di cura è necessario recarsi presso un centro di fisioterapia o riabilitazione o direttamente presso lo studio di un fisioterapista.

Come vedremo in seguito, il terapista va ad eseguire dapprima una analisi e solo successivamente egli andrà ad apportare le tecniche di manipolazione che ritiene essere più efficaci in relazione al problema rilevato.

La valutazione

La prima cosa che è un terapista effettua sul paziente è la valutazione, al fine di riuscire ad individuare l’esatta natura del problema e dunque poter scegliere il trattamento più efficace per risolvere.

Egli effettua dunque dei test di verifica per i quali va a sollecitare le articolazioni del paziente invitandolo a compiere determinati movimenti.

Questa è la parte più importante della seduta e, assieme ad un buon livello di esperienza, rappresenta un tesoro per il terapista ogni corso di terapia manuale frequentato grazie al quale si sono acquisite tecniche di manipolazione e capacità di analisi.

Perché è bene sottoporsi alla terapia manuale?

Certamente gli strumenti laser e altri macchinari di nuova concezione sono in grado di andare a lavorare sul dolore localizzato, ma si è rivalutata nel tempo la particolare abilità del terapista nell’ andare ad individuare l’esatta natura del problema toccando il corpo del paziente con le sue mani.

Dunque fisioterapia e tecnologia vanno di pari passo e sono complementari. Ricordiamo infatti che per mezzo della terapia manuale si va ad agire sull’apparato muscolo-scheletrico ed in particolare su muscoli, tendini e articolazioni.

Inoltre la terapia manuale è in grado di influire positivamente sulla circolazione del sangue, nonché su particolari aspetti che riguardano il metabolismo.

Appare evidente dunque che si tratta di un approccio che è certamente in grado di migliorare la qualità della vita di una persona, ragion per cui facciamo bene a sottoporci a questo tipo di trattamento nel momento in cui avvertiamo un fastidio o dolore sul quale intendiamo intervenire rapidamente.

Cosa succede dopo la prima seduta con il terapista?

A distanza di giorni dalla prima seduta il terapista interroga il paziente, circa le sue sensazioni in relazione al problema che si sta curando con la terapia manuale. Di norma avviene che il dolore comincia a mitigarsi ed il paziente comincia a riacquistare libertà di movimento.

Questi segnali incoraggianti lasciano intendere che la terapia manuale sta dando dei risultati, per cui questa verrà impiegata anche nelle successive sedute.

In caso contrario, il terapista andrà ad adottare dei trattamenti più specifici così da ottenere i buoni risultati sperati. Il risultato della terapia manuale è soddisfacente quando il paziente avverte una precisa diminuzione del dolore, già nei giorni immediatamente successivi alla prima seduta, ma non solo.

Egli infatti torna ad avere una certa libertà di movimento che prima non aveva a causa del dolore e dunque la sua situazione di immobilizzazione comincia a migliorare.

Inoltre vi è una sensazione generale di benessere dovuta al fatto che grazie alla terapia manuale migliora la circolazione del sangue e si produce endorfina, quella particolare sostanza che ci regala il buonumore.

In breve

Grazie alla terapia manuale è possibile risolvere parecchi problemi di salute che riguardano l’apparato muscolare e/o scheletrico.

Certamente è importante affidarsi ad un professionista con una grande esperienza in questo ambito e comunicargli in maniera dettagliata quelle che sono le nostre sensazioni, così da aiutarlo ad individuare con maggior precisione la natura del problema ed il trattamento più efficace per risolverlo.

Come fare manutenzione alla caldaia

La caldaia è probabilmente uno dei dispositivi più importanti di casa, certamente un di quelli in grado di migliorare il benessere ed il comfort percepiti da tutti i componenti della famiglia.

Proprio perché si tratta di un elettrodomestico così importante, facciamo bene a prendercene cura ed effettuare piccoli interventi di manutenzione nel corso dell’anno.

Ciò non significa doversi sostituire ad un tecnico che effettua l’installazione caldaie, tutt’altro. Ricordiamo a tal proposito che è bene far fare questo tipo di intervento periodicamente per garantire il massimo del comfort ma anche della sicurezza a tutti gli abitanti di un appartamento.

Un tecnico specializzato infatti, è in grado di apportare tutte le regolazioni necessarie o sostituire eventuali pezzi usurati garantendo all’utente il massimo della sicurezza e delle prestazioni.

Detto questo, ci sono piccole cose che possiamo fare autonomamente per contribuire ulteriormente a tenere in ordine la nostra caldaia. Vediamo di cosa si tratta.

Controllare la pressione

Controllare la pressione della caldaia in maniera periodica è già un primo passo per prendersene cura. Di norma la pressione in una caldaia deve essere compresa tra gli 1,4 e 1,6 bar. Una pressione troppo alta può indicare la presenza di aria all’interno del circuito, mentre una pressione troppo bassa può indicare invece una quantità d’acqua non sufficiente.

Nel primo caso è necessario effettuare una operazione di spurgo di tutti i radiatori presenti nell’appartamento per far scendere la pressione. Nel secondo caso è invece necessario far entrare dell’acqua all’interno dell’impianto così da far risalire la pressione.

Ad ogni modo facciamo bene a consultare il manuale di istruzioni della nostra caldaia, così da sapere sempre qual è la pressione corretta per il nostro modello.

Verificare il sistema di accensione

Soprattutto in estate, quando la caldaia viene utilizzata meno, è possibile si verifichino alcune anomalie al sistema di accensione ed in genere funzionamento della nostra caldaia.

Per far ciò, è sufficiente accendere per qualche secondo i termosifoni o aprire il rubinetto dell’acqua calda e vedere se la caldaia si avvia correttamente.

Potrebbero esserci ad esempio dei malfunzionamenti in qualche componente della caldaia, e facciamo bene per questo a fare un test così da poter rimediare in tempo prima dell’arrivo dell’inverno.

Spurgare i termosifoni

Soprattutto dopo qualche mese di inutilizzo, tipicamente mesi estivi, è possibile che sia entrata dell’aria all’interno del circuito e dunque all’interno dei singoli radiatori.

Ciò fa aumentare la pressione della caldaia, ma soprattutto fai in modo che i termosifoni non si riscaldino in maniera uniforme. In alcuni casi Infatti i termosifoni si riscaldano soltanto nella parte alta e non in quella bassa o al contrario.

In altri casi invece i termosifoni rimangono direttamente freddi nonostante l’accensione della caldaia. Per risolvere questo tipo di problema è sufficiente effettuare l’operazione di spurgo dei termosifoni.

Per far ciò è sufficiente agire con un cacciavite sulla apposita valvola presente su ogni radiatore che, una volta aperta, consentirà all’aria eventualmente presente di fuoriuscire. Dato che l’aria è più leggera dell’acqua, uscirà per prima; nel momento in cui comincerà ad uscire dal singolo radiatore anche dell’acqua avremo la certezza che in quel termosifone non sia presente altra aria.

A questo punto l’azione di spurgo sarà completata e potremmo effettuare la stessa cosa anche sugli altri termosifoni.

Conclusione

È sufficiente effettuare questi piccoli controlli, o interventi di manutenzione generica, per assicurarsi che la propria caldaia stia funzionando bene e che non ci siano urgenze di alcun tipo.

Questo, associato alla manutenzione periodica effettuata da un tecnico qualificato, garantirà sempre un utilizzo sicuro ed efficiente della tua caldaia.

Cosa serve per avviare un salone da barbiere?

In questo articolo  ti spieghiamo tutto ciò che dovresti tenere in considerazione sul come avviare un salone da barbiere, se hai deciso di fare questo grande passo, in modo che la tua attività abbia veramente successo. Prendi nota!

Come avviare un salone da barbiere?

Le nuove abitudini di cura della propria persona tra gli uomini di tutte le età, ovvero l’avere un’immagine impeccabile e curata, hanno favorito la rinascita dei barbieri, i quali ora sono diventati un business altamente redditizio se gestiti in modo efficiente.

I barbieri sono infatti attività commerciali che offrono servizi come la cura della barba ed il taglio di capelli professionale. Possono inoltre essere offerti servizi come la cura delle mani e dei piedi, tra gli extra che consentono a tutti di rilassarsi mentre ricevono un servizio di qualità.

Cosa serve per aprire un barbiere?

Per allestire un salone da barbiere, oltre al budget, servono anche altri cose fondamentali come avere un locale, mobili, attrezzi e prodotti specifici. Di seguito analizzeremo ognuno di questi aspetti in modo che tu possa capire al meglio.

Quanti soldi ci vogliono per aprire un barbiere ?

Una delle prime e più importanti domande che di solito ci si pone è quanti soldi servano per aprire un barbiere. Anche se non possiamo darti un importo specifico, ti diremo quali sono le spese che devi considerare per  mettere in preventivo l’investimento iniziale.

L’idea è che in questa maniera tu possa avere tra le mani un budget chiaro che descriva ogni spesa che dovrai affrontare.

  • Costo della licenza
  • Affitto dei locali e delle utenze
  • Stipendi dei dipendenti
  • Acquisto di forniture per parrucchieri o barbieri (prodotti come shampoo, rasoi, lame, asciugatrici, ferri da stiro, spazzole)
  • Pubblicità

Tutto ciò si traduce in una spesa iniziale che oscilla tra le 7000€ e le 10000€, anche in base ai prodotti che andrai a scegliere.

Procedure legali per aprire la tua attività di barbiere

Per aprire un barbiere, avrai bisogno delle licenze e dei permessi del comune in cui ha sede l’attività. I requisiti variano a seconda del comune in cui ti trovi, ma senza dubbio devi rispettare gli standard e le specifiche previste dallo stato nonché dalle istituzioni locali.

Inoltre, è necessario disporre di servizi igienici. Un salone barbiere adeguatamente attrezzato non include solo le attrezzature da lavoro, come le sedie per il taglio dei capelli, ma deve anche disporre delle attrezzature e dei servizi igienici per le esigenze dei suoi clienti.

Trova la posizione migliore

L’ubicazione dei locali è un aspetto molto importante per il successo della tua attività. Per questo devi assicurarti di essere vicino al luogo in cui si trovano i tuoi potenziali clienti, o individuare una zona che al momento è poco servita da questo punto di vista.

Concentrati su un luogo situato in un’area con un buon afflusso di persone, ad esempio un centro commerciale o un viale trafficato della tua città.

Quali caratteristiche devono avere i locali?

Ci sono alcune caratteristiche che il tuo locale deve necessariamente avere per offrire realmente un servizio di qualità, come segue:

  • Una superficie di almeno 80m2
  • Essere su un viale principale (con buon flusso veicolare e pedonale)
  • In alternativa essere in un centro commerciale o vicino ad un’area aziendale
  • Avere una piccola reception
  • Avere una spaziosa area di lavoro
  • Avere uno spazio per lavare i capelli
  • Avere un buon impianto idraulico
  • Avere un bagno ed uno spogliatoio
  • Un luogo in cui riporre forniture e articoli per la pulizia
  • Mobili da barbiere

All’inizio puoi partire con l’essenziale, tuttavia con il passare dei mesi è importante aggiungere gli altri elementi che renderanno la tua attività ancora più attraente.